L'Olympiastadion gremito in occasione della supersfida Partizan-Cucai
Il patron italo-egiziano ha continuato: "Però devo dire che oggi c'è ben poco da festeggiare. Anzi se devo essere sincero sono alquanto intristito dalle manifestazioni ufficiali che si sono tenute oggi qui a Berlino per commemorare il ventennale della caduta del muro. Certo comprendo la gioia di molti berlinesi per la riunificazione della loro città, ed è indubbio che per loro il muro fosse un tantino antipatico. Ma le celebrazioni odierne hanno rimosso totalmente le conseguenze che la fine del socialismo reale in Europa ha avuto sulla maggior parte delle persone. Parlo di disoccupazione, corruzione, criminalità, ignoranza. La fine ingloriosa della Sovietica Unione e del patto di Varsavia hanno spianato la strada al capitalismo senza freni, che oggi, sotto gli occhi di tutti, sta portando il mondo alla cancrena. E' anche per questo che io, Pavloudis, il compagno Ivan Zamorano e altri membri della società abbiamo preferito snobbare la cerimonia ufficiale per partecipare ad una più spartana contro-parata nelle strade dell'ex Berlino est."
La contro-parata intitolata "La DDR non è morta - si stava meglio quando si stava peggio, Dio cane"
Il presdente ha infine chiosato: "Ringrazio di cuore l'ottimo Barbaro per le sue parole di incoraggiamento. Tornando alla gara, credo che il risultato sia decisamente eccessivo. Ma lui sa meglio di me quanto a volte possa essere determinante il fattore campo, soprattutto se nell'intervallo alla squadra ospite vengono offerti svariati currywurst e molteplici Berliner Pilsner da mezzo litro."
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