mercoledì 25 novembre 2009

Il diritto di essere contro. Pamphlet sul calcio, l'Italia, la vita.

Se ancora non vi foste accorti della mia mangiataggine, ecco a voi il risultato del mio pomeriggio. Un Pamphlet apparso in merito ad una polemica su AlcolUorriors, ma su cui vorrei avere un parere anche da voi.
Caro Ale, quello che dice Dunga è giustissimo, peccato che Dunga non ha mai chiuso in faccia a nessuno le porte della nazionale, come Lippi ha fatto con Cassano. La nazionale brasiliana è stata aperta a tutti coloro che hanno dimostrato di poterne fare parte, vedi ad esempio Adriano e Ronaldinho, che erano usciti dal giro, e sono rientrati in virtù dei loro meriti.
Quello che mi fa rabbia di Lippi è che, fin dall'inizio, non ha mai voluto dare a Cassano una chance di dimostrare il suo valore (indiscutibile, per tutti, tranne che per te, che evidentemente negli ultimi due anni hai seguito una campionato tutto tuo) e di dimostrare la sua crescita come uomo, che è davanti agli occhi di tutti (un'espulsione in due anni e mezzo). Lippi è ostaggio di alcuni giocatori, che trattano la nazionale come se fosse cosa loro. E soprattutto non si è mai degnato di rendere conto ai tifosi, che sono poi gli italiani che gli pagano lo stipendio, delle sue scelte. Anzi ha dimostrato di disprezzare i tifosi e le loro opinioni, in più di una occasione.
Mi fa rabbia che in questo paese prevalgano sempre le stesse logiche clientelari a cui siamo abituati. Il merito va sempre a fare in culo.
Non vedo nessuna ragiona plausibile, per cui giocatori come Quagliarella e Pepe (che hanno numeri simili a Cassano, se non addirittura, nel caso di Pepe, di molto peggiori), senza alcuna esperienza internazionale, e che non hanno vinto un cazzo (dato che sono questi i criteri che per te contano nello sport), debbano avere più diritto di Cassano di entrare a fare parte di questaelite che si chiama nazionale italiana. E De Rossi? Lui sa reggere le pressioni di un grande evento internazionale? Non mi sembra, dato che all'ultimo mondiale dopo neppure 100 minuti, in una partita non certo tesa e difficile, ha perso la testa facendosi espellere per una gomitata completamente gratuita. Eppure lui è un inamovibile senatore, eppure lui può permettersi di fare i pistolotti morali. E il suo degno compare, Totò Di Natale? Agli europei hanno entrambi sbagliato un rigore, perché si cagavano palesemente addosso. E' questa l'esperienza di cui parli, la capacità di reggere sotto pressione che è segno distintivo dei grandi campioni? Almeno Dio Natale non va in giro a fare lectiones magitrales a nessuno. Per questo lo stimo.
Non è umanamente possibile che 23 persone diverse, per vissuto ed esperienze, si stiano simpatiche e si stimino. In tutti gli ambienti professionali ci sono persone che ti stanno sul cazzo, è una scusa accettabile per non fare bene il proprio lavoro? Non credo proprio! Lo fai ed impari a sbattertene il cazzo. Per questo che mi sembra ridicolo che adulti professionisti, del gioco del pallone, ma pur sempre professionisti, ragionino come mocciosi di dieci anni: "mi stai sul cazzo, non gioco con te, te non ti voglio, non te la passo, il pallone è mio e me lo porto via così non giocate più".
Così si da un segnale pessimo ai giovani ed al paese in generale: prima del merito viene la tua capacità di (s)venderti. Videocracy.
A questo punto perché non convocare Maldini? Fa gruppo, è stimato e rispettato da tutti. Ma ha anche 40 anni ed un ginocchio che si è licenziato.
E Materazzi? Lui è un senatore, è stato decisivo nella finale del mondiale 2006. Certo, ma non gioca da quasi un anno. E Gattuso, Legrottaglie, Luca Toni...dobbiamo portare pure loro, nonostante tutto. Grazie ragazzi, avete fatto tanto, ma ora basta...
Cassano no, Pazzini no.
Ma si è possibilisti su Amauri, che non è neppure italiano. Ma ha la certezza di essere convocato, tanto che rifiuta la nazionale brasiliana (e non mi dire che è stata la Juve ad impedirgli di rispondere, perché sai meglio di me che se un giocatore vuole andare in nazionale non ci sono cazzi per trattenerlo, ci va e basta).
Si parla di Totti, che ha abbandonato la nazionale solo perché gli stava sulle palle Donadoni, dopo aver disputato un mondiale non certo all'altezza delle prodezze con cui ci delizia quando gioca nella Roma. Ma ora, solo perché Donadoni non c'è più e Lippi garantisce un posto da titolare "forse torno, mi piacerebbe, magari, chissà".
Si parla di Aquilani che "dato che gioca in una grande squadra (il Liverpool di quest'anno...ahahah sti cazzi) potrebbe essere convocato" (parole, non testuali, di Lippi). Peccato che Lippi non lo abbia mai, o quasi mai chiamato in due anni. Ma tant'è, lui fa gruppo, è inserito.
La verità è che il "gruppo" dietro cui Lippi si nasconde non è altro che il suo solito modo di fare le cose in base a simpatie ad antipatie personali (Panucci ne sa qualcosa).
Capello quando ha preso in mano l'Inghilterra ha smesso di convocare Beckham, capitano e senatore, perché non lo riteneva all'altezza, in quanto giocava nei Galaxy, della sua nazionale. Non ha certo avuto riguardo del fatto che fosse un senatore. Ma quando Beckham gli ha dimostrato di essere in forma e meritare un posto lo ha richiamato. In Italia, invece, Cannavaro ce lo ciucceremo capitano della nazionale, finché non deciderà di cavarsi dal cazzo. Potrà fare 27 autogol, ma, ehi, ha vinto un mondiale, è un senatore, fa tanto ridere, per ciò ok, convocato.
La Spagna di Del Bosque ha vinto l'Europeo perché l'allenatore è stato così coraggioso da far fuori il gruppo precedente (i vari Morientes, Luis Garcia, Etxebarria, Raul) e dare una possibilità ai giovani. Nessuno si è lamentato e la Spagna ha vinto un titolo dopo tanti anni. In Italia, la logica del "gruppo" avrebbe detto che Raul era titolare e Torres la riserva.
Maradona non ha convocato, in diverse occasioni Cambiasso, Milito, Zanetti perché a suo dire non facevano parte del "gruppo" e ha rischiato di non qualificarsi ai mondiali. E tu obietterai, "ecco che ti contraddici, questi sono tre senatori." Ed io ti rispondo che è vero, ma sono anche giocatori di qualità, che devi convocare indipendentemente dai desideri del "gruppo". Perché il loro valore li rende indispensabili in quella squadra.
Questo per spiegarti che, a mio parere, esistono due concezioni del concetto di gruppo: una, che possiamo chiamare statica (Lippi e Maradona), che considera il gruppo un insieme inamovibile di persone accomunate da rapporti di amicizia e simpatia, prima che da effettivi valori tecnici; un'altra, quella dinamica, che considera il gruppo un insieme di persone capace di esprimere il massimo dei valori tecnici, al di là dei rapporti personali, in quell'espressione collettiva che va sotto il nome di "gioco di squadra".
Dunga coglie nel segno quando dice che "bisogna essere tutti competitivi". Significa che il gruppo si costruisce, di volta in volta, a partire dai valori tecnici, che creano le condizioni per fare parte del gruppo; e non, al contrario, che è il gruppo a creare le condizioni per entrare a far parte di esso.
Il primo esempio si chiama meritocrazia, il secondo prende tanti, sgradevoli, nomi: nepotismo, baronato, casta, democrazia e società civile italiana...mhhhhhh che buon profumo di merda.

1 commento:

Ufficio Stampa CACAO MERAVIGLIAO ha detto...

Mi sembra ovvio ai più che non portare Cassano al mondiale sarebbe una mondiale cazzata. Senza entrare nel merito delle tue stimolanti riflessioni (lo faremo volentieri a voce quando passi di qui), credo però che ci sia un problema: Lippi ha vinto (purtroppo) tutto, e soprattutto ha vinto l'ultimo mondiale, quindi anche se convocasse Torricelli e Di Livio al posto di Cassano e Pazzini, nessuno potrebbe dirgli un cazzo. E questa non è l'Italia, è il calcio moderno: contano solo i risultati. Maradona si è qualificato con Coloccini e Veron, nessuno può dirgli un cazzo, chiama gli amici suoi. Lippi ha vinto un mondiale, nessuno può dirgli un cazzo, chiama tutta la Juve brasiliani compresi. E' così che va, ed è amara la cicoria.

Metti a Cassano!